Ciascuno di noi è trattato fin dalla nascita, spesso quando ancora è dentro il grembo materno, in base alla specifica appartenenza biologica (–maschio o femmina ) che gli viene attribuita a partire dagli organi genitali che presenta. Questo costituisce il punto di partenza, o punto zero, ma nel corso dello sviluppo, dalla prima infanzia all’età matura, passando attraverso il corridoio della fase adolescenziale e non solo, la situazione può assumere connotazioni diverse rispetto alle attribuzioni biologiche e l’identità biologica può non rispecchiare l’ orientamento sessuale verso cui il soggetto si sente di orientarsi.
Cosa dice la biologia…..?
In origine le strutture encefaliche sono femminili. Queste sotto l’azione del testosterone, che è un ormone, si mascolinizzano.
Se la spinta del testosterone è debole o assente, le strutture encefaliche rimangono femminili!
E’ importante sapere che la differenziazione del cervello avviene sotto l’influenza di un comune processo biologico, sopra precisato, ossia quello degli ormoni.
Con ciò non intendo dare l’impressione, a chi legge, che ogni cosa sia prestabilita e che elevati livelli di testosterone nel periodo prenatale conduce a tratti mascolini, mentre, se più bassi, a tratti femminili.
Questo per precisare che la biologia gioca il suo ruolo, ma altrettanto lo giocano altri fattori a partire dal contesto familiare, dai rapporti con i pari, in età infantile, dal tipo di giochi preferiti, se sintonici o meno con gli “standard” di ciascun genere sessuale, e altro ancora.
Al riguardo sono state condotte ricerche e altre sono tuttora in corso nell’intento di addivenire ad una risposta più chiara. Quanto ad oggi offerto dagli studi e dal confronto di condotte tra bambini etero e pre-gay, non è ancora pervenuto ad una risposta univoca e definita.
Ritengo le specificazioni a seguire un po’ noiose e teoriche per il lettore, ma l’intento è di fare chiarezza in una sfera della vita umana, quella sessuale, dove, al di là delle conoscenze reali o psudo tali, regnano false credenze, uso di termini impropri e quindi significati “impropri” residui di pregiudizi sugli organi sessuali e su scelte sessuali non strettamente etero.
La sessualità è una dimensione complessa ed ampia, come ho già avuto modo di precisare in altri articoli di recente pubblicazione.
La mia esperienza clinica, mi ha portato, già da parecchi anni a lavorare sia con coppie eterosessuali che omosessuali (di ambo i sessi) . Posso affermare, che le dinamiche relazionali tra partner dello stesso sesso, sono identiche a quelle tra Partner eterosessuali, quindi, la relazione con l’Altro/a, trascende l’orientamento sessuale. Le criticità nella comunicazione, le conflittualità, i fraintendimenti, il “non detto e solo pensato”, le aspettative insoddisfatte, sono alcune delle variabili che vanno a minare il rapporto della coppia di qualunque genere sia!
Per coppia faccio riferimento a due individui che hanno tra di loro un profondo legame affettivo ed intimo, non esclusivamente maschio e femmina, e adulti, almeno cronologicamente.
Nella maggior parte dei casi, le persone adulte, sono consapevoli del loro orientamento sessuale e, quindi verso chi orientare la propria attrazione.
L’orientamento sessuale: verso quale genere sessuale orientarsi?
Le persone adulte, nella maggior parte dei casi, sono consapevoli del proprio orientamento sessuale, e preso atto che, i generi sono solo due : maschio e femmina, Il partner cui volgere le proprie spinte sessuali può variare da:
un soggetto opposto al proprio sesso: orientamento eterosessuale.
del proprio stesso sesso: orientamento omosessuale sia maschile che femminile
a un soggetto di sesso opposto al proprio e anche del proprio: orientamento bisessuale.
Al di là di opinioni soggettive, assi valoriali ed etici di riferimento, modelli educativi, ritengo che ciò che risulta fondamentale è la consapevolezza della propria scelta che racchiude presupposti biologici ma anche psicologici. In questi ultimi rientrono: la nostra storia passata, modelli genitoriali interiorizzati, contesto sociale, ambientale sociale e culturale.
Come ho già avuto modo di precisare in altri scritti inerenti il tema della sessualità, “omnia licet”, purch,è gli attori coinvolti siano entrambi adulti, almeno cronologicamente, e consenzienti.
I minori sono altro e l’adulto, qualunque sia il suo orientamento sessuale, ha sempre il dovere di “tutelare il più debole”, e qui, volutamente, mi fermo.