L’identità sessuale, si struttura nel corso del tempo,  e vi concorrono  fattori biologici, ambientali, culturali, sociali e  psicologici.

Include, oltre al genere di appartenenza,( maschio o femmina),  il modo in cui la persona vive il piacere,  l’affettività,  il  genere sessuale a cui biologicamente appartiene, il partner  cui rivolge il proprio interesse.

Facendo un esempio concreto, un ipotetico soggetto, biologicamente “MASCHIO”, può orientare la propria spinta sessuale verso una donna, verso un altro uomo o verso entrambi, indifferentemente. Parimenti pure la “FEMMINA”.

Un ruolo significativo è ricoperto anche dalla “percezione” soggettiva che ciascun individuo  ha del proprio corpo.

Ci sono individui che la natura ha dotato di  un corpo armonioso, ben proporzionato, eppure , il loro   vissuto personale verso di esso   risulta  insoddisfacente; altri che ,consapevoli dei propri difetti fisici, li accettano fino a  farne dei veri  punti di forza!

Il rapporto con la “propia corporeità, è esposto almeno a due fattori significativi:

  • il periodo travagliato della pubertà, dove il corpo subisce delle fisiologiche trasformazioni, aspetti che accrescono il disagio, l’ansia, un’ inadeguata percezione di sé, in particolare nei confronti del contesto extrafamiliare;
  • l’influenzamento e il condizionamento dei modelli di bellezza  proposti dai mass media e il modo in cui dagli stessi, viene “rappresentata”, attraverso immagine, filmati e altro,  lo stereopito di bellezza fisica e di identificazione sessuale   maschile e/o  femminile, poco reale. Il “macho” e la “femme fatal” sono il modello sessuale prevalente nella vita quotidiana di noi comuni mortali?

 

Identità di genere : quale dimensione della sessualità definisce?

L’identità di genere è  il genere che la persona sente come proprio, indipendentemente dal suo sesso biologico e dai suoi genitali.

Come precisato il termine sesso fa riferimento ad una categoria anatomica e biologica (maschio o femmina), mentre con il termine genere (maschile, femminile) si fa riferimento all’aspetto psicologico.

L’identità di genere può essere: maschile, femminile, transessuale( o transgender).

 

Si parla, infatti, di disturbo di identità di genere per fare riferimento al “sentirsi” di un genere diverso da quello assegnato dalla natura.

Con il termine “transessuale” si intendono  persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili, ma che “sentono di “essere in un corpo sbagliato” e hanno effettuato una trasformazione fisica  verso l’identità di genere del sesso opposto a quello di appartenenza.

In Italia per i transessuali è previsto un percorso di riattribuzione del sesso della durata di circa due ann,i comprensivo anche di un adeguato sostegno psicologico, il tutto a carico dello Stato. Chi vuole cambiare sesso sulla carta di identità deve sottoporsi all’operazioni  chirurgiche necessarie. In altri Paesi l’intervento chirurgico non risulta necessario, in quelli musulmani, questa condizione non risulta assolutamente  accettata.

 

Che cosa si intende per ruolo di genere?

Il ruolo di genere   è costituito dagli atteggiamenti e comportamenti  che indicano il genere sessuale cui si appartiene. Lo qualificano il modo di vestire, di muoversi, di parlare, le azioni ,  le emozioni  e abbraccia  un ampio  spazio che va dall’estrema femminilità  all’estrema mascolinità.

Attualmente, ai bambini, siano essi maschi che femmine, vengono dati macchinine come bambolotti, in quanto sappiamo che il ruolo genitoriale viene appreso nei primi anni di vita, e come lo apprende il bambino lo apprende pure la bambina, rimanendo ben chiaro, che il ruolo paterno e materno sono differenti, ma la differenza non risiede, di certo,  nel rendere “mammo” un padre che cambia il pannolino, ne “padre” una mamma che prende decisione nell’interesse dei figli,  in situazioni in cui la sua presenza è mancante.

 

…… Un augurio e un ringraziamento  per i lettori…..

 

Mi auguro  che queste specificazioni,  un po’ noiose, siano di aiuto a fare chiarezza in una sfera della vita umana, quella sessuale, dove, al di là delle conoscenze reali o psudo-tali, regnano ancora  false credenze, tendenza a leggere in modo esasperato, per difetto o eccesso, scelte di partner che non risultano eterosessuali.

La sessualità è una dimensione complessa e ampia. Nella mia esperienza clinica, mi sono spesso  trovata a lavorare sia con coppie eterosessuali che omosessuali maschili e femminili, eppure le dinamiche relazionali sono identiche e trascende l’orientamento sessuale stesso.

Per coppia faccio riferimento a due persone che hanno tra di loro un profondo legame emotivo, affettivo e fisico, anche se non necessariamente uomo e donna.

Vorrei concludere con una personale considerazione .

Ciò che conta, a mio avviso, è la consapevolezza della propria scelta e gli aspetti, non solo biologici, ma anche psicologici, che sottendono la scelta del  partner, ancor più se del proprio stesso sesso.