Cosi’ mi piace intitolare questo scritto, che cerchero’ di renderlo leggero e snello,in quanto vuole segnare il ritorno a scrivere ,come persona e come psicoterapeuta.
Scrivere di argomenti nuovi, espressi in un linguaggio semplice, che incentivi il lettore a porre e porsi domande, magari trovando anche qualche risposta.
Scrivere rappresenta, per me, un momento in cui immagino il lettore che scorre le righe e si aspetta qualcosa ed io che io abbia qualcosa da dire, che non sia solo il panico, la depressione, travagli familiari con l’illusione degli adulti che i figli “non debbono sapere”, proprio loro che sono i primi meglio informati!
Sono stata silente quasi un anno. Anno sabbatico? Forse, perche’ no, ma è stata una discesa alla ricerca della mia Anima a “lasciarle spazio e possibilità di parlarmi”.
Scrivere, risponde per me, ad un momento di piacere e di gioia, in cui offrire a chi legge qualcosa che possa essergli utile, e perche’ no, anche un poco nutriente.
Data che la personale “spinta propulsiva” era andata affievolendosi, insieme ad un certo disinteresse e noia, ho ritenuto “saggio” fermarmi e vedere cosa succedeva.
Mi diveniva sempre più chiaro che gli articoli precedenti, densi, prolungati nel tempo, oltre due anni, avevano concluso il loro iter, e il mio interesse pur nell’ambito psicologico, mi orientava a dar voce ad “ argomenti della realtà quotidiana”. La difficoltà del vivere, la perdita delle aspettative, le precarieta’ da quella ,materiale a quelle umana, ai nuovi quadri familiari, coppie bisex, omosessuali, lesbiche, nuove e diverse filiazioni.
Scenari nuovi, specie nel nostro Paese, ma che non si possono ignorare e molto altro, specie se si volge lo sguardo in avanti e pare “svanire la speranza, la fiducia nella vita” per lasciare calare le ombre.
In questo tempo sabbatico: il silenzio e l’ osservazione della realtà quotidiana in cui tutti ci troviamo calati, nostro malgrado, hanno risvegliato in me interesse e curiosità per altri aspetti psicologici e sociali , apportando quell’energia e quelle motivazioni, che ritengo due molle fondamentali per poter riprendere a scrivere.
La fertilita’ delle immagini, la fluenza delle parole, hanno risvegliato “l’assopita creativita”’.
Scrivere argomenti gia’ trattati da me come da Colleghi, pur incuriosendo sempre il “ lettore” che anela a trovare maggiori informazioni e quindi risposte o pseudo tali, in questo momento mi appare come ramo secco.
L’ansia, il panico, la depressione, le crisi adolescenziali, i disturbi dell’apprendimento, le conflittualità familiari, sono realta’ innegabili e anche molto trattate.
Senza anima, senza passione, senza curiosità, non sento di riuscire a trasmettere a chi legge, qualcosa in piu’ che delle informazioni.
Mi sono lasciata guidare dall’istinto, concedendomi una sosta , guardandomi intorno, percependo anche la pesantezza collettiva dei mesi dell’anno passato e dei primi di quello in corso. “Tutti camminiamo su un invisibile filo” come fossimo degli equilibristi inesperti, ma dobbiamo procedere, ognuno con il suo compito.
Ora sento di essere approdata su un “diverso litorale”, che lambira’ il bagnasciuga della vita, del lavoro, la formazione .
Prestare ascolto alla voce dell’ Anima, a quell’intimo sentire, che è va “oltre” le emozioni, i sentimenti, le percezioni, il vibrare della pelle, che è parte potenziale o esplicita di ciascuno, ma poiché “impalpabile”, talvolta “volatile”, non sempre riusciamo ad entrarne in contatto, senza fatica.
… Se ascoltata, in quanto forza pulsante, e Ella ci conduce “là dove abbiamo bisogno di andare” per poter di nuovo partire..
Questo è ciò che mi è accaduto e ho vissuto, ma molto prima di me e di tante altre persone come me, Gandhi, ha sintetizzato questa trasformazione, con semplici parole:
“ nella mia vita si sono avverate tante cose per le quali nutrivo un intenso desiderio, ma che non avrei mai potuto realizzare con le mie sole forze”.