Ritengo buona regola, prima di effettuare qualsiasi intervento psicologico, valutare, attraverso il colloquio, se il disturbo riferito può essere attribuito anche a problemi di natura organica, motivo per cui si rende utile una visita dall’andrologo/urologo. Saranno utili anche eventuali esami medici specifici che consentano di procedere ad una diagnosi differenziale: ovvero se si è in presenza di un disturbo prevalentemente di natura organica o psicologica o, ancora, di entrambi.
Ritengo che solo dopo un accertamento medico-specialistico si possa procedere con trattamenti mirati.
Deficit di erezione: il fantasma dell’impotenza
Farmaci quali il Viagra, il Cialis, il Levitra, bloccano una sostanza che induce l’erezione, impedendone la caduta una volta ottenuta. L’erezione, in queste situazioni, viene indotta da una energica stimolazione tattile dell’organo maschile, dopo aver assunto il farmaco.
Il Viagra ha una durata in media di 2/4 ore, mentre il Cialis ha una durata di 24/48 ore massimo, evitando di programmare il rapporto. L’assunzione di queste sostanze chimiche richiede la prescrizione medica e un iniziale monitoraggio per valutare eventuali effetti collaterali.
Prima dell’avvento dei rimedi farmacologici, largamente diffusi in varie fasce d’età, erano le iniezioni di papaverina e di prostaglandine a indurre l’erezione, tanto che la stessa poteva durare a lungo se la quantità iniettata risultava impropria; infatti, non era infrequente il ricorso al pronto soccorso per farsi decomprimere il pene.
Dal punto di vista psicologico, tale disturbo, può presupporre sentimenti di bassa autostima o timore di inadeguatezza riguardo il/la partner. Risulta indispensabile, inoltre, valutare se il deficit erettivo si è presentato in presenza di una specifica partner o se è costante. È utile anche, ovviamente, comprendere il momento dell’esordio e le relative condizioni di vita della persona.
Sappiamo che l’erezione viene inibita dal freddo, dalla vecchiaia avanzata, dalla paura di fare brutta figura, e anche da patologie organiche come le lesioni del modello spinale.
Dal punto di vista clinico, si parla di impotenza primaria quando il soggetto maschio non è mai riuscito ad ottenere o mantenere un’erezione sufficiente a rendere possibile un rapporto sessuale completo. Ricordiamo che il deficit erettivo è noto nel linguaggio comune come impotenza.
Se è stato possibile avere penetrazione con rapporti eterosessuali o omosessuali, anche solo qualche volta, si parla invece diimpotenza secondaria.
Ogni uomo attribuisce una rilevante importanza alla capacità di svolgere adeguatamente la propria funzione sessuale. Questo accade per varie ragioni: per la propria autostima e per il riscontro da parte del contesto sociale dove la sessualità è spesso identificata con la virilità e, non ultime, per le proprie capacità riproduttive. Il fatto di avere degli episodi di mancata erezione può essere un elemento del tutto normale, se si collocano in periodi di stress o di forti preoccupazioni. Sono normali fino a quando non vanno a compromettere la maggior parte delle situazioni di coito.
Il soggetto impotente può ottenere l’erezione ma, perdendola poco prima o poco dopo la penetrazione, non ha neppure l’eiaculazione. Questa condizione, come vedremo, è diversa da quella dell’eiaculatore precoce, che è in grado di mantenere l’erezione ma non è capace di eiaculare in vagina e, se ciò accade, avviene subito dopo la penetrazione stessa.
Un precedente consumo di alcool o di sostanze può produrre risposte di impotenza secondaria.
Fattori psicologici anamnestici prediligono madri dominanti che attentano la sicurezza del ragazzo rispetto alla propria virilità, cui fa da antagonista una figura maschile di scarso rilievo che rende difficile costituire un modello maschile cui identificarsi, specie negli anni dell’adolescenza.
L’insuccesso sessuale può minare anche altri settori di vita: la professione e le richieste sociali (che vengono percepite in termini di “prestazioni” e di verifica del proprio valore). La paura di fallire, a volte, blocca l’azione, creando una situazione generale di “impotenza”, non solo di natura erettiva. Il soggetto tende a non essere reattivo e partecipativo; instabile emotivamente, demorde.
In alcuni casi, nell’impotenza secondaria, si possono alternare periodi, anche prolungati, di insuccessi sessuali a risultati positivi ma non stabili, dando luogo ad un andamento oscillatorio di risposte sessuali e di vita.
Eiaculazione precoce: come affrontarla e risolverla
Il disturbo dell’eiaculazione precoce risulta molto diffuso nella popolazione maschile, anche in età giovanile. Con quest’espressione si fa riferimento all’incapacità dell’uomo di controllare l’eiaculazione per almeno trenta – sessanta secondi dopo la penetrazione in vagina.
Ciò comporta per il maschio una frustrazione: non riuscire a soddisfare la partner che, in genere, ha bisogno di un periodo più lungo di contenimento per consentire un deflusso completo della tensione sessuale.
L’eiaculazione precoce può manifestarsi nel corso del gioco sessuale o durante i primi tentativi di penetrazione, ancor prima che questa si realizzi del tutto.
Questa prassi, se si presenta nella maggior parte dei rapporti sessuali, e anche con partner diverse, può essersi costituita a causa diprecedenti rapporti sessuali rapidi o in contesti poco favorevoli alla distensione (ovvero in situazioni dove l’aspetto della distensione e della calma, presupposti per predisporsi serenamente all’atto sessuale, sono inesistenti o molto ridotti).
Un’altra situazione-tipo è quella in cui, nell’intento di evitare gravidanze indesiderate, l’uomo cerca di avere il massimo controllo sul proprio riflesso eiaculatorio, evitando di lasciare che lo sperma si depositi nella cavità vaginale (meglio note come pratica del “coito interrotto“).
Non è infrequente che il ripetuto sfregamento del proprio corpo contro quello femminile, senza togliersi neppure gli indumenti, o la sola vista di materiale pornografico, solleciti in alcuni maschi, prima della penetrazione o poco dopo, un’immediata risposta eiaculatoria.
Esiste una cura per superare questo problema?
Il ricorso di molte coppie a una prolungata astinenza sessuale, o ad altri metodi “domestici”, quali il non “toccare le aree genitali maschili”, non fa che accrescere frustrazione ed irritazione da parte della donna e sentimenti d’inadeguatezza nell’uomo, fino a indurre un vero e proprio timore rispetto al rapporto sessuale, accentuando una condizione di ansia e di insicurezza rispetto alle proprie capacità amatoriali e un’insoddisfazione di coppia.
L’approccio più semplice consiste nell’applicare la tecnica della compressione.
Tale metodica consiste nel favorire l’erezione del pene attraverso la stimolazione da parte della partner. Il pollice della donna deve stare appoggiato sul frenulo con l’indice e il medio sulla corona del glande, mantenendo una pressione per 3-4 secondi. In tal modo viene immediatamente bloccato il bisogno di eiaculare. Segue un intervallo di circa 30 secondi dalla conclusione della pressione, e la partner inizia di nuovo a stimolare attivamente il pene fino a giungere a una nuova erezione cui segue una fase di compressione.
In questo modo si alternano fasi di stimolazione a fasi di compressione, al fine di inibire la risposta eiaculatoria immediata.
Dopo ripetute compressioni/stimolazioni, si può passare al coito, ma con l’uomo in posizione supina. In questa condizione l’uomo si abitua alle spinte pelviche della donna, fonte di intensa stimolazione sessuale, mentre applica la tecnica della compressione per bloccare l’eiaculazione. Se le stimolazioni pelviche risultano stimolanti per l’uomo, la donna può sfilare il pene dalla vagina, procedere con la compressione e di nuovo inserire l’organo sessuale in vagina, senza far seguire spinte pelviche, abituando così il partner al contenimento ma senza eiaculare. In tal modo si induce il “controllo eiaculatorio” del partner.
Tale metodica va seguita per alcuni mesi. Ad essa può essere associato anche un intervento con ricorso all’ipnosi, e da ultimo non sono infrequenti prescrizioni di tranquillanti per contenere lo stato ansioso, creme o gel ritardanti da stendere sul pene in erezione, per diminuire la sensibilità maschile agli stimoli sessuali.
Fattori psicogeni che possono esporre l’uomo a questo tipo di disfunzione possono essere ascritti a:
- frettolosità dei rapporti;
- scarso interesse per la partner, non altrettanto con altre occasionali;
- paura di eventuali gravidanze ma mancato utilizzo di una contraccezione alternativa responsabile e condivisa;
- eventi traumatici in cui vengono scoperti in flagrante tradimenti tenuti nascosti o negati.